La coltivazione della pesca risale a fine ‘800 sulle colline del Roero e a Volpedo negli anni ‘20 del secolo scorso, periodo in cui si è trasformato il pesco da specie selvatica a vera e propria coltura specializzata in tutto il Piemonte. Nel 2010 la produzione di pesche era composta da circa il 60 % di nettarine e dal 40% di pesche comuni.
Gli assortimenti varietali susseguitisi nel tempo hanno dato origine ad una stratigrafia complessa, in cui alcune delle varietà più antiche sono ancora coltivate come varietà “di memoria” (le persone anziane ricordano le varietà della giovinezza), accanto a quelle più recenti. Le varietà di pesca sono innestate su portinnesti diversi secondo le caratteristiche del terreno, ma anche per regolarne il vigore vegetativo o risolvere problemi fitosanitari. Su terreni sciolti si ricorre al franco (semenzali di pesco selvatico. Nel cuneese prevalgono pescheti in collina con impianti a vaso, che facilitano la raccolta e le operazioni colturali da terra, sull’altopiano di forme sviluppate in altezza. La potatura della pesca viene eseguita sia in inverno che in piante in vegetazione. Al momento della prima diffusione della peschicoltura professionale nelle colline del Roero si diffusero varietà introdotte dal Nord America. Negli anni seguenti l’assortimento si arricchì anche di varietà autoctone, ottenute dagli stessi peschicoltori roerini.
REG – Prodotti Agroalimentari Tradizionali – Regione Piemonte