L’antipasto piemontese di verdure è una conserva alimentare preparata generalmente in agosto e settembre dalla maggior parte delle famiglie piemontesi. In tale periodo, infatti, negli orti, sono presenti le ultime verdure della stagione calda e le prime verdure dell’autunno. Le verdure impiegate sono: cipolline, fagiolini cornetti o piattoni, carote, sedano, peperoni gialli e rossi, cimette di cavolfiore. Il quantitativo di passata di pomodoro non deve essere eccessivo, tale da coprire il sapore delle verdure. Esse, secondo le abitudini famigliari, possono essere tagliate più o meno grosse. Non è invece tipica l’aggiunta delle olive. L’antipasto piemontese nacque tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento dall’esigenza di conservare l’eccedenza di verdure presenti nell’orto tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e conseguentemente poterle consumare durante la stagione fredda, povera di ortaggi. La sua grande diffusione però è avvenuta dopo gli anni Cinquanta del secolo scorso. L’antipasto piemontese trae origine dalla giardiniera di verdure, piuttosto acidula e del tutto priva di pomodoro. Fino agli inizi del Novecento i pomodori erano scarsamente coltivati in Piemonte. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, molte aziende agricole e gastronomie artigianali hanno iniziato a produrlo per la vendita al pubblico, in particolare nelle Langhe e nel Monferrato, le aree piemontesi in cui si è anche sviluppato maggiormente il turismo.
REG – Prodotti Agroalimentari Tradizionali – Regione Piemonte