Arduino d’Ivrea, detto anche Arduino di Dadone o Arduino da Pombia (Pombia, 955 circa – Fruttuaria, 14 dicembre 1015), fu marchese d’Ivrea dal 990 alla morte e re d’Italia dal 1002 al 1014.
Arduino nacque nel 955 circa, figlio, secondo una ipotesi tradizionale, del conte Dadone di Pombia. La sua ascendenza dagli Anscarici non è certa.
Intorno al 990 Arduino fu nominato marchese della marca d’Ivrea e nel 991 conte di Palazzo.
Tra il 997 e il 999 Arduino ebbe forti contrasti con i vescovi della sua marca, in quanto, interprete massimalista del suo ufficio pubblico, tentò di restaurare il potere pubblico marchionale contrastando l’ascesa locale dei vescovi, anche se a “livello nazionale”, fuori dalla sua marca quando divenne re, non contrastò questa tendenza. Il 17 o 18 marzo del 997 il vescovo di Vercelli, Pietro, venne assassinato da un gruppo di milites del vercellese fedeli ad Arduino. A Ivrea, invece, il vescovo Warmondo, intento a recuperare il controllo sulla vassallità episcopale e sul complesso patrimoniale diocesano, minacciò Arduino di scomunicarlo e di porre su di lui un anatema, e, dato che non venne ascoltato, scomunicò Arduino unitamente al fratello Amedeo, ad un certo Everardo e i milites vescovili e cittadini di Ivrea sostenitori del marchese.
Nel 999 il nuovo papa Silvestro II, appena salito al soglio pontificio per volere di Ottone III e già partecipe, in qualità di arcivescovo di Ravenna, al sinodo a Pavia in cui era stata evidenziata la situazione, convocò Arduino a Roma e lo dichiarò hostis publicus (quindi formalmente non fu scomunicato, anche perché lo era già prima) di fronte al sinodo e allo stesso Imperatore. Arduino si assunse la colpa dell’assassinio del vescovo di Vercelli Pietro.
Nel periodo tra il 999 e il 1002 non si hanno informazioni certe su Arduino, mentre il 15 febbraio 1002, approfittando della morte di Ottone III avvenuta solo ventitré giorni prima, un certo gruppo di potentes elessero a re d’Italia Arduino, facendolo incoronare dal vescovo di Pavia Guido nella basilica di San Michele Maggiore della città.
Per un decennio fu in guerra con Enrico II per il titolo di Re d’Italia. Quest’ultimo fu poi proclamato Imperatore nel 1014 a Roma da papa Benedetto VIII. Arduino si ritirò quindi nell’Abbazia di Fruttuaria, a San Benigno Canavese, dove morì il 14 dicembre 1015.