Warmondo o Varmondo o Veremondo (930 circa – 1011 circa) è stato un vescovo italiano, appartenente alla nobile famiglia degli Arborio. Tenne la cattedra episcopale di Ivrea tra il 965-968 e il 1011 (probabile anno della sua morte); è stato beatificato dalla Chiesa cattolica.
Durante il suo lungo episcopato eporediese, Warmondo portò a grande splendore il culto cittadino, anzitutto attraverso la ricostruzione dalle fondamenta della sua cattedrale (come attesta un’iscrizione su di una pietra murata nel suo ambulacro), ma anche attraverso il nuovo impulso dato allo scriptorium in cui operavano copisti, disegnatori e alluminatori. Da esso provengono i preziosi codici miniati conservati oggi nella Biblioteca Capitolare (primo fra tutti, il Sacramentarium Episcopi Warmundi dell’anno 1002, codice membranaceo di 444 pagine, con molteplici miniature e lettere iniziali auree).
Warmondo è ricordato soprattutto per essere stato protagonista della storia eporediese intorno all’anno 1000, nella strenua lotta che lo oppose ad Arduino, marchese di Ivrea, al quale contese privilegi feudali sul territorio attorno alla città. Warmondo riuscì ad ottenere dall’imperatore Ottone III la facoltà di amministrare la giustizia, di riscuotere tributi, di mobilitare truppe locali. Assunse dunque il ruolo di “vescovo-conte” fedele all’imperatore, ruolo a quel tempo diffuso in numerose città italiane.