È un dolce molto sottile, fragile e dalle forme irregolari dovute alla sua preparazione: si tratta di una cialda tonda dal color testa di moro a base di cioccolato. Si ritiene che la cialda originaria fosse già di colore scuro, nonostante il costo elevato del cacao.
La ricetta base tradizionale comprende i seguenti ingredienti: farina bianca, cacao amaro, zucchero, burro, cacao zuccherato, noce moscata grattugiata, uovo, vino rosso, rhum.
La noce moscata sostituì i chiodi di garofano; il rhum, invece, fu introdotto più tardi, presumibilmente dopo la metà dell’ottocento.Una minoranza di famiglie, al posto del rhum impiegano marsala o vermut. Vi sono dei canestrelli aromatizzati alla nocciola, al limone, all’arancia, al caffè, alla menta, al cocco ed al pistacchio.
Il nome “Canestrello” deriva, probabilmente, dai tipici recipienti di vimini intrecciati, detti appunto “canestri”, nei quali si deponevano i dolci dopo la cottura. L’origine dei Canestrelli risale, probabilmente, alla fine del Seicento. Una data certa della produzione nel territorio dell’antico Principato di Masserano e Marchesato di Crevacuore si ha grazie all’esistenza di un caratteristico attrezzo in ferro di proprietà di una discendente di un’antica famiglia vissuta tra Masserano e Crevacuore, recante la data del 1750.
Esiste la documentazione di alcune ricette di famiglie crevacuoresi, tutte risalenti alla fine dell’Ottocento o all’inizio del Novecento: la ricetta, talvolta con delle personalizzazioni, è stata tramandata oralmente di madre in figlia come una sorta di dote.
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