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La dossa o Polenta dossa non è altro che un semolino dolce. La caratteristica della Fritüra dossa o Polenta dossa piemontese, rispetto al semolino dolce fatto in altre Regioni italiane, è che esso viene insaporito con liquore “persico” (liquore a base di mandorle contenute nei noccioli delle pesche) ed eventualmente l’aggiunta di qualche mandorla armellina (di pesche o di albicocche) finemente tritata. In mancanza, alcuni aggiungono una piccola percentuale di amaretti pestati nella polentina. La Fritüra dossa o Polenta dossa ha una consistenza morbida e pastosa all’interno e leggermente croccante all’esterno grazie all’impanatura e alla frittura.

Non è certo quando sia nata la Fritüra dossa, ma certo è, che i canavesani nati fra le due guerre del secolo scorso, si ricordano di averla mangiata sin da bambini. Probabilmente si è diffusa attraverso le persone che erano a servizio presso le famiglie nobili e borghesi in quanto tutta una serie di fritti erano di moda nella cucina della Corte Sabauda. Scorrendo le guide gastronomiche degli anni Novanta si può notare che il fritto misto e conseguentemente il semolino dolce era presente nella maggior parte dei ristoranti tipici di tutto il Piemonte collinare.

E’ uno dei componenti principali del fritto misto alla piemontese, che non deve mai mancare. Leggendo i menu dei ristoranti del periodo compreso tra gli anni Venti e gli anni Settanta del secolo scorso, si può notare che il fritto misto alla piemontese era un piatto che ricorreva spesso, servito generalmente come ultimo degli antipasti anziché come secondo. Inoltre, ancora oggi, in molte trattorie piemontesi rimaste legate alle vecchie tradizioni, in particolare del Canavese, il semolino viene servito come contorno di piatti di carne, insieme a una verdura di stagione.
Nelle famiglie, talvolta veniva anche preparata come dolce per merenda per i bambini.

Menzionato da

REG – Prodotti Agroalimentari Tradizionali – Regione Piemonte