Il celebre Giandujotto è un cioccolatino a forma di spicchio o barchetta rovesciata, avente una pezzatura variabile tra 8 – 12 grammi. Gli ingredienti sono: cacao, zucchero e le famose nocciole tonde gentili del Piemonte. Il suo colore bruno varia a seconda delle miscele di cacao utilizzate, mentre la caratteristica forma deriva da antichi sistemi di lavorazione.
Agli inizi, la lavorazione era completamente manuale. Ora la produzione si articola nelle seguenti fasi: dosaggio e miscelazione delle materie prime; raffinazione, per rendere fine e vellutato l’impasto grezzo; eventuale concaggio, per conferire al cioccolato una maggiore cremosità ed un aspetto vellutato; temperaggio per ottenere la corretta cristallizzazione del burro di cacao ed avere un prodotto stabile in fase di conservazione; modellaggio per fare assumere al cioccolatino la sua caratteristica forma a spicchio rovesciato. Tale modellaggio può essere realizzato in stampi, a macchina (colatrici) oppure a mano.Una volta raffreddato il giandujotto è confezionato in fogli di alluminio.
Già da tempo, si produceva cioccolato alla nocciola utilizzando nocciole a pezzetti non tostate. L’idea di amalgamare al cioccolato le nocciole tostate e tritate venne a Michele Prochet, pioniere del settore dolciario piemontese.
Alcuni sostengono che l’invenzione della “pasta Gianduja” sia nata da uno stato di necessità: Napoleone, con il blocco continentale (1806), aveva reso quasi impossibile ai confettieri piemontesi il rifornimento di cacao, il cui prezzo era divenuto proibitivo. Così, per continuare a produrre il cioccolato e soddisfare la domanda, alcuni cioccolatieri subalpini pensarono di unire al prezioso cacao un frutto molto più economico e largamente disponibile sul loro territorio: le nocciole. Già nel 1852, Michele Prochet produceva questa pasta di cioccolato e nocciole ma, solo nel 1865, vennero messi in commercio i “Gianduja”, popolarmente chiamati Giandujotti.
Il Giandujotto di Torino è stato il primo cioccolatino commercializzato incartato.
REG – Prodotti Agroalimentari Tradizionali – Regione Piemonte