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In Piemonte esistono antiche varietà autoctone di peschi in particolare le Pesche di Baldissero Torinese indicate anche con il nome generico di “pesche di vigna” e le pesche di Canale coltivate in tutto il territorio del Roero, selezionate nel tempo a partire da selvatici, in funzione di particolari caratteri organolettici e all’adattabilità ambientale.

Nella documentazione storica si trovano cenni sulla presenza di peschi nella zona del Roero fin dal ‘400. Nell’ultimo quarto dell’800 il pesco si diffuse tra i serrati filari delle vigne, per acquisire via via maggior dignità e occupare appezzamenti dedicati.
I successi della nuova coltura convinsero i diffidenti agricoltori locali e il pesco ebbe così un’immediata diffusione e il continuo aumento della produzione pose i primi problemi per la commercializzazione delle pesche data la lontananza tra il Roero e i principali mercati. La città di Canale si fece per prima interprete di questa necessità dando vita verso la fine del primo decennio del Novecento al “mercato del pesco”. Nell’immediato primo dopoguerra la coltura del pesco da sussidiaria divenne valida alternativa alla vite.

Le pesche autoctone, oltre ad essere consumate al naturale come frutta fresca, sono tradizionalmente sbucciate, tagliate a spicchi e consumate con vino rosso e zucchero. Si possono preparare ottime confetture o conservare cuocendole a bagnomaria con uno sciroppo di acqua e zucchero o vino dolce (Moscato, Malvasia, Birbet, Brachetto) e zucchero. Da non dimenticare le pesche ripiene, dolce tipico di innumerevoli feste patronali, la torta monferrina e le pesche cotte con amaretti sbriciolati e cacao.

Menzionato da

REG – Prodotti Agroalimentari Tradizionali – Regione Piemonte