A mezz’ora di salita dall’abitato, aggrappata ad una sporgenza rocciosa sospesa a mezza costa con un abisso sul capo ed uno ai piedi, si erge la chiesa di Santa Maria in Doblazio, pieve matrice di tutte le chiese delle Valli Orco e Soana, e parrocchia di Pont fino al 1879.
Tracce di sepolture si incontrano nei sotterranei. Per tradizione, a cui accenna l’iscrizione sull’arco del presbiterio, sarebbe la prima chiesa eretta in alta Italia ad onore della Madre di Dio, la terza della cristianità.
Ha per pianta un parallelogramma con due altari maggiori contigui, addossati ad una parete inclinata rispetto ai due lati longitudinali, sulla metà dei quali, a regolare distanza verso il centro della chiesa, vi è un’alta e grossa colonna in pietra in un col pezzo sostenente due archi di volta.
Sopra l’altare posto a destra un antico affresco rappresenta la miracolosa apparizione della Vergine al popolo, che ella copre con manto; le braccia aperte della Madonna vengono interpretate come un atto di protezione dei fedeli.
E cronologicamente impossibile riscontrare l’antica costruzione di questa chiesa, già trasformata verso il mille, e ricostruita nel 1600.
L’unica iscrizione cristiana latina, ancora visibile, è in lettere gotiche, e risalirebbe alla metà del secolo XIV.
In sacrestia, una piccola urna con coperchio in marmo reca scolpiti gotici ornati con Io stemma dei Savoia e con i nodi dell’Annunziata.
Si presume che sia un dono di Amedeo di Savoia (il conte Rosso) all’antica chiesa, quando, per lodo arbitrale di Gian Galeazzo Visconti nel 1389, Pont passò sotto il suo dominio.
La piazzetta davanti alla porta della Chiesa è del 1740.
EDC – Montagna Nascosta – Edizioni del Capricorno
TCI – Gran Paradiso – Touring Club Italiano