Nel Lago di Viverone pochi metri sotto il livello dell’acqua in un’area di paludi, prati e pioppeti si sono straordinariamente conservati i resti di circa 5000 pali conficcati nel terreno che sorreggevano le strutture di un antichissimo grande villaggio palafitticolo risalente all’età del Bronzo situato tra Viverone e Azeglio in corrispondenza del confine tra le province di Biella e Torino.
Presumibilmente le palafitte del lago Viverone erano disposte con andamento circolare con un dimetro di circa 70 metri. Le capanne, le staccionate, i sentieri erano in legno e i resti conservati consentono di ricostruirne con precisione l’impianto. All’interno del villaggio si trovavano abitazioni e recinti per gli animali; si riconoscono inoltre due palizzate che cingono l’abitato, attraversate da un lungo sentiero che proveniva dalla terraferma. Occorre infatti ricordare che le palafitte preistoriche non erano costruite sull’acqua ma sulle sponde dei laghi: i piani erano rialzati per ripararsi dall’umidità del suolo e dalle piene improvvise.
Durante le campagne di ricerca è stata ritrovata una grande quantità di reperti (soprattutto spade, asce, spilloni e altri ornamenti femminili) che permettono di ricostruire la vita di una comunità della media età del Bronzo, tra il 1650 e il 1350 a.C.. I reperti sono conservati presso il Museo di Antichità di Torino e il Museo del Territorio Biellese.
Inserito nel sistema dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”, il sito archeologico di Viverone nel 2011 è entrato a fare parte della lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità” posta sotto tutela dell’UNESCO.
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